La povertà nella Sacra Scrittura è intesa come umiltà, come atteggiamento di apertura e disponibilità alla volontà di Dio. Il povero conta su Dio, da lui reclama giustizia, non dal potente e dalla sua ricchezza.
Sull’esempio di Maria i FFCIM devono vivere il loro impegno missionario di evangelizzazione facendo del servizio ai poveri il loro principale compito. Essi - da “poveri” - dedicano particolare attenzione e tre situazioni di “povertà”: quella di Gesù, quella in cui si trovano i benestanti ed infine quella concreta, materiale.
"Povertà" di Dio
Il peccato non ferisce solo nel momento in cui è commesso e non solo i diretti interessati. Le sue più nascoste e dirompenti conseguenze sono visibili nelle barriere di odio e rancore erette tra gli uomini, nella rottura dell’amicizia e della comunione. Il peccato fa perdere la confidenza di chi lo commette nei confronti di Dio Creatore e Salvatore. Divide gli uomini creando malintesi, diffidenze, incomprensioni che si prolungano spesso di generazione in generazione. Distrugge l’armonia e la pace, dono del Padre per mezzo del sacrificio di Gesù. Il peccatore si autocondanna rinchiudendosi in una sfera di isolamento e tristezza in cui si rifugia nel presente e dove vivrà per l’eternità.
Dio “soffre” quest’opera distruttiva, vive la “nostalgia” del riposo del settimo giorno in cui Creatore e creazione vivevano la beatitudine dell’amicizia e dell’intimità. Per ricostruire tale primaria amicizia ed alleviare la “nostalgia divina” i FFCIM fanno della preghiera di riparazione il principale impegno personale e comunitario. In particolare la S. Messa è il centro e il mistero d’amore donato ed accolto ove i membri della Famiglia si donano per ricostruire l’unità lacerata dal peccato.
"Povertà" dei ricchi
I FFCIM, accogliendo il comando di Gesù: I FFCIM, accogliendo il comando di Gesù «Andate e battezzate tutte le genti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» si fanno portavoce e testimoni del messaggio del Signore: «Fatevi i missionari dell'Amore di Dio. È il momento, è la vostra vocazione [...] Capire il mio Amore è capire l'unica cosa necessaria al mondo. È un dono che Io solo posso fare, ma devo trovare l'animo disposto, aperto».
L’impegno missionario di FFCIM non deve conoscere limitazioni di metodi o ambienti. La loro presenza deve divenire occasione propizia per il dialogo, il chiarimento, per l’annuncio-testimonianza. A questo si aggiungano tutte le attività organizzate per far conoscere, attraverso la conoscenza delle Sacre Scritture , Gesù e il suo messaggio: conferenze, corsi, ritiri, pellegrinaggi, missioni, ecc.
"Povertà" degli indigenti
La salvezza che Gesù è venuto a donare non riguarda solo alcuni aspetti dell’uomo. Egli è venuto a recuperare l’uomo intero nella sua dimensione spirituale, corrotta dal peccato e in quella materiale, intaccata dalle conseguenze stesse del peccato quali la malattia, la miseria, l’ingiustizia, il sopruso, il degrado morale ecc. La Chiesa, con il Concilio Vaticano II, ha fatto proprio il lamento di tanti popoli indigenti, oppressi dall’egoismo e dallo sfruttamento di altri popoli o di particolari strati sociali. I FFCIM, il cui compito è vivere la carità di Cristo, non possono rimanere indifferenti a questo grido. A seconda dell’ambiente ove operano e delle possibilità economiche della comunità in cui vivono, devono collaborare con iniziative proprie e in armonia con quelle stabilite dalla Chiesa locale affinché si provveda ad eliminare lo scandalo della miseria causata dall’egoismo.
Sono nate quindi varie attività, sia in Europa che soprattutto in Brasile, ove la povertà materiale è più estesa ed evidente, al fine di promuovere la persona nella sua integrità, attendendo alle sue esigenze di carattere educativo, sanitario ecc. In ogni casa dei FFCIM non deve mai mancare un aspetto di servizio ai poveri. Per i membri della Famiglia non esistono priorità nel servizio ai “Tre Poveri”. Essi li servono a seconda dei loro personali carismi con l’unico intento: “venga il tuo Regno!”
"Lascia che Io agisca in te!"